Berliner Volks-Zeitung - Ghali contro i rapper, silenzio su Gaza è sostegno a genocidio

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Ghali contro i rapper, silenzio su Gaza è sostegno a genocidio
Ghali contro i rapper, silenzio su Gaza è sostegno a genocidio

Ghali contro i rapper, silenzio su Gaza è sostegno a genocidio

"Il rap è morto, supportare la Palestina è onore non da tutti"

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Ghali va all'attacco dei rapper italiani, rei di rimanere in silenzio davanti alla drammatica situazione di Gaza. "Il rap è ufficialmente morto. IL silenzio dei rapper ha ucciso il genere", scrive l'artista in un lungo post sui social, in cui argomenta la sua posizione. "Qualsiasi artista che millanta di essere un rapper e usa un sacco di parole per riempire le strofe ma non dice un cazzo sulla Palestina non può definirsi tale". Per poi aggiungere: "Se sei un rapper e non parli di Palestina puoi anche smettere di avercela con gli sbirri. Se sei un rapper e non parli di Palestina puoi finalmente venderti del tutto (sempre se hai da vendere qualcosa). È anche vero che supportare la Palestina è un onore che non tutti possono avere". Ghali non ha paura di puntare il dito contro chi sceglie il silenzio e in questo modo sostiene il genocidio e divide in tre categorie chi non si espone: "1) Non vi interessa, non è nel vostro algoritmo, non sapete 'come sono andate le cose', avete un'idea confusa su chi siano i cattivi e i buoni ormai da decenni o pensate che sia una questione che appartiene solo a una specifica etnia, lontana dalla vostra"; 2) Sostenete il genocidio e sì, sostenerlo vuol dire anche semplicemente non schierarsi. Qui c'entriamo tutti. Ma, come ogni volta, sarà troppo tardi quando lo capiremo"; 3) "Avete paura di perdere soldi, posizione e lavoro". L'artista milanese, di origini tunisine, plaude poi all'impegno dimostrato da milioni di italiani: "L'Italia è attiva. L'Italia è in piazza e la Flotilla passerà alla storia. Le persone che si sono imbarcate per far valere il diritto internazionale, per portare aiuti a Gaza, le persone che scendono in piazza e perdono giornate di lavoro, non sono da attaccare o ridicolizzare, sono da proteggere perché stanno compiendo l'azione più concreta finora e rappresentano la speranza". Un'ultima stoccata è riservata ai politici, "complici di un genocidio". "Ma sono certo prima o poi il conto arriva". Anche Clementino ieri si era scagliato contro "i rapper da classifica".

A.L.Peter--BVZ