

Azione condivisa, uno studio svela le dinamiche neurali
'Agire insieme non è come agire uno accanto all'altro'
Agire insieme non è come agire uno accanto all'altro: uno studio congiunto, coordinato dall'Università Statale di Milano e dalla Scuola Imt Alti Studi Lucca, rivela per la prima volta i processi neurali distintivi dell'azione condivisa e mostra che sono profondamente diversi da quelli che regolano il semplice agire in parallelo. Lo studio è pubblicato su Social Cognitive and Affective Neuroscience. Il nuovo studio - coordinato da Corrado Sinigaglia, responsabile del cognition in action lab (Philab) dell'Università di Milano e Marta Bortoletto della Imt Lucca, svolto in collaborazione con la Sapienza di Roma e l'Istituto Centro San Giovanni di Dio - è stato condotto con la registrazione simultanea dell'attività cerebrale di coppie di partecipanti tramite elettroencefalografia (dual Eeg) durante un videogioco. Nella prima delle due condizioni i partecipanti trasportavano insieme un oggetto verso una meta condivisa (azione congiunta), nella seconda ciascuno perseguiva un obiettivo individuale ma parallelo (azione parallela). I compiti avevano pari difficoltà, ma i risultati hanno rivelato, si spiega in una nota, "differenze sorprendenti. Sul piano comportamentale, la variabilità tra partner diminuiva quando i partecipanti agivano insieme. Sul piano neurale, invece, è emerso un cambio distintivo di pattern negli Erp (le risposte elettrofisiologiche) durante la preparazione all'azione: nella fase iniziale l'ampiezza era maggiore durante l'azione congiunta, ma nella fase finale, quella della preparazione motoria vera e propria, accadeva l'opposto. Ancora più rilevante, la ridotta ampiezza degli Erp tardivi correlava con la minore variabilità nel comportamento del partner, segnalando che processi cognitivi differenti operano nelle diverse fasi della preparazione all'azione". "Queste scoperte - commenta Sinigaglia - gettano nuova luce sui meccanismi che fondano la socialità umana e aprono prospettive di grande interesse per la comprensione e l'intervento in disturbi caratterizzati da difficoltà sociali, come autismo e schizofrenia".
M.Kraus--BVZ