Berliner Volks-Zeitung - Gli 'Rna circolari' segnalano la leucemia linfatica cronica

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Gli 'Rna circolari' segnalano la leucemia linfatica cronica
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Gli 'Rna circolari' segnalano la leucemia linfatica cronica

La scoperta in una ricerca mondiale coordinata da Padova

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Un team internazionale di ricercatori ha compiuto una scoperta nella comprensione della leucemia linfatica cronica (Cll), una delle forme più diffuse di tumore del sangue, relativa ad alcuni Rna circolari, molecole speciali ancora poco conosciute ma promettenti e che si sono rivelate indicatori chiave per marcare le forme più aggressive della malattia, con alterazioni cromosomiche che aumentano la produzione della proteina BCL3. Tra i protagonisti dello studio, pubblicato sulla rivista Journal of Hematology & Oncology, vi sono i ricercatori Eleonora Roncaglia ed Enrico Gaffo, del Centro Nazionale di ricerca Sviluppo di Terapia genica e Farmaci a Rna, finanziato dal programma NextGeneration EU. La ricerca è stata condotta nei laboratori di Medicina Computazionale del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche dell'Università di Padova, e dell'Unità di Ematologia del Dipartimento di Medicina. Lo studio ha coinvolto 28 centri di ricerca e ospedali in 12 Paesi, con il coordinamento scientifico dell'Università di Padova. I ricercatori padovani hanno guidato la raccolta e l'analisi dei campioni, confrontando cellule tumorali aggressive, forme comuni della leucemia e cellule sane del sistema immunitario. Con metodologie avanzate di sequenziamento e algoritmi informatici, hanno analizzato per la prima volta il "trascrittoma circolare", l'insieme degli Rna che invece di presentarsi nella solita forma "a filo" sono chiusi a cerchio, in pazienti affetti da una rara forma aggressiva di leucemia linfatica cronica (circa l'1% dei casi diagnosticati). Hanno identificato così alcuni Rna circolari molto abbondanti nelle cellule maligne - la molecole circCORO1C e circCLEC2D - presenti in quantità elevate nei casi più gravi della malattia. "Queste molecole - spiega Stefania Bortoluzzi, del Dipartimento di Scienze chirurgiche, oncologiche e gastroenterologiche, coordinatrice della ricerca - possono diventare veri e propri marcatori di aggressività tumorale. La loro scoperta ci permette di prevedere con maggiore precisione l'evoluzione della malattia e, in futuro, potrebbero diventare nuovi bersagli per lo sviluppo di farmaci a Rna". "Studiare una forma così rara e aggressiva della leucemia - aggiunge Andrea Visentin, del Dipartimento di Medicina - ha richiesto una collaborazione internazionale, ma è grazie all'impegno e all'innovazione dei nostri giovani ricercatori che siamo riusciti a compiere questo importante passo avanti"».

S.Dietrich--BVZ