

Confartigianato, a Pmi bollette più care d'Europa
Iniziata la convention Energies Transition High School
Nel 2023 le micro e piccole imprese italiane hanno speso per l'energia elettrica 8,8 miliardi di euro, pagando 1,6 miliardi in più rispetto alla media europea. Lo evidenzia un rapporto di Confartigianato, presentato alla 21ª convention "Energies & Transition High School". Secondo lo studio, il prezzo medio per le PMI italiane è di 28 centesimi al kWh, superiore del 22,5% rispetto all'Ue. Decisivo il peso fiscale: tasse e oneri valgono 7,78 centesimi al kWh, più del doppio della media europea (+117,4%). Peggio fa solo la Polonia, con 7,90 centesimi. Un paradosso, osserva Confartigianato, se si considera che le grandi imprese energivore beneficiano di un fisco in bolletta più leggero del 19,6% rispetto all'Europa. L'extracosto grava soprattutto sulle aree manifatturiere: Lombardia (443 milioni), Veneto (231), Emilia-Romagna (208), Piemonte (181) e Toscana (92). Tra le province spiccano Brescia (80 milioni), Milano (65), Torino (64), Vicenza (62) e Bergamo (54). "Il caro-energia frena la competitività - ha dichiarato il presidente Marco Granelli -. Non chiediamo privilegi, ma regole eque: oggi i piccoli pagano anche per i grandi". Un sostegno arriva dai Consorzi energia di Confartigianato (Caem, CEnPI, Multienergia), che nel 2024 hanno gestito oltre 876 milioni di kWh e 70 milioni di metri cubi di gas per 73 mila clienti, con un risparmio di 81.448 tonnellate di CO₂ grazie a energia rinnovabile certificata. La convention affronta i temi chiave della transizione: scenari geopolitici, rinnovabili, nucleare e strategie per ridurre il divario competitivo che penalizza l'Italia.
R.Winter--BVZ